Ucraina. Terra vasta, malinconica, profonda. Questo viaggio risale a un tempo appena precedente all’attuale guerra. I cieli erano ancora solcati da stormi di uccelli e le foreste trasmettevano un profondo senso di pace e tranquillità. Impossibile immaginare quello che sarebbe successo poco dopo.

Kiev ci ha accolto con la sua solenne compostezza, sospesa fra l’antico e il post-sovietico. Ci siamo poi spostati a Chernobyl, meta principale del nostro viaggio. Qui tutto si è fermato ai tempi dell’Unione Sovietica e camminare tra i relitti di Pripyat é come sfogliare un album di fantasmi: il parco giochi, le aule abbandonate, i simboli del comunismo e le maschere antigas ammucchiate. Poi il villaggio di Kuchynivka nel cuore più profondo dell’Ucraina. Qui ho incontrato la vita semplice, autentica: galline che razzolano nei cortili delle case, sguardi schietti, mani incallite dal lavoro della terra. Infine il ritorno a Kiev per visitare la piazza Majdan Nezaleznosti con il famoso orologio sulla collina.